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Smart working, benessere dei dipendenti, produttività aziendale e sostenibilità ambientale

È veramente impressionante la mancanza di conoscenza che sottostà all'uso distorto ed inappropriato di termini (pronunciati spesso in inglese), che sembrano essere utilizzati per apparire competenti, senza che se ne conosca il significato o credendo che esso indichi ciò che si desidera esprimi.

È il caso dello smart working.

Esiste una profonda confusione tra il lavoro agile e telelavoro, sia da perte delle aziende che dei lavoratori.

Lo smart (intelligente) working è un lavoro autodeterminato, senza orari e senza spazio fisico definito.

La stragrande parte delle aziende, purtroppo, non sono spesso disponibili ed attrezzate per la smaterializzazione, non hanno neanche una cultura flessibile e pronta alla trasformazione.

Troppe aziende sono legate al concetto di spazio fisico della loro impresa, ufficio o fabbrica che sia, e sopratutto fanno fatica a tramutare il rapporto di "subordinazione" nei confronti dei loro dipendenti, in rapporto di fiducia.

Per lo sviluppo esponenziale dello smart workind è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, organizzativa e di processo.

È necessario un forte cambiamento di mentalità sia delle aziende che dei dipendenti, una visione che punta ai risultati ed alle performance oggettive, non al rispetto di orari e gerarchie burocraticamente intese.

Il Ministero del Lavoro ne da questa definizione: “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”. Poche parole che sinteticamente ma chiaramente proiettano il pensiero di chi le legge, in una dimensione sconosciuta ai più, ma piena di positività e fsscino per tutti i soggetti coinvolti.

Le aziende che organizzano la propria attività col lavoro agile hanno indubbi benefici, quali un aumento significativo della produttività, un abbassamento dell'assenteismo e risparmiano sulla dei luoghi di lavoro (che vanno ripensati e ridisegnati). Le stesse aziende devono strutturare le proprie attivita di produzione e/o di servizio, non sulla base di vecchie organizzazioni di tipo fordista o post-fordista e/o ancor più vecchie mentalità imprenditoriali. Le imprese dovranno operare individuando costantemente obiettivi capaci di creare e/o aumentare la fiducia tra la dirigenza e i componenti del team che lavorano sui suddetti obiettivi.

I benefici per i dipendenti sono anch'essi indubbi; maggiore flessibilità e libertà di autorganizzazione aumentano il benessere personale ed anche lo sviluppo di professionalità difficilmente riproducibili con vecchi modelli di organizzazione del lavoro.

Gli stessi costi di trasporto casa-lavoro vengono abbattuti con risparmi significativi per l'economia familiare e per la sostenibilità ambientale delle città. Basti pensare cosa significherebbero i risparmi per costi benzina, usura auto, biglietti treno, affollamento mezzi pubblici come bus e pulman, ed ai benefici di salute psico-fisica e risparmio di tempo da dedicare alla famiglia.

Si recupererebbero valori e beni primari come la salute, la dimensione familiare, il tempo, gli affetti, lo studio, ecc. che il mito della produzione, del consumismo selvaggio, della crescita produttiva esponenziale ed illimitata, ha finito col ridimensionare fortemente se non distruggere.

Pietro Giordano

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