BLOG


Riace, il sonno della ragione (e l'oblio della memoria) non crei nuovi mostri.

L'arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, lascia perplessi.


Non voglio pensare che si torni alla contrapposizione di corpi dello Stato che si schierano politicamente, come già all'inizio degli anni '90, sarebbe una catastrofe per la democrazia e quindi per il nostro Paese.


Appare però inquietante che nonostante le dichiarazioni del GIP (la gestione dei fondi è stata magari disordinata, ma non ci sono illeciti e nessuno ha mai intascato un centesimo), si sia proceduto con una misura così pesante come l'arresto, in quanto non sembra ci siano le condizioni per reiterare i reati o pericoli di fuga. Ma certamente non conosco tutti i fatti.

Per un siciliano come me, che odia la mafia e sa cosa è capace di fare, appare inspiegabile come - nella terra della 'ndrangheta, nella terra di Africo (chi ha la mia età, sa cosa rappresenta quel paese nell'immaginario collettivo), nella terra della povertà e dello sfruttamento estremo, nella terra degli omicidi più efferati, nella terra di una delle organizzazioni criminali più disumane, che dove passa non fa crescere neanche un filo d'erba  (la Grande Distribuzione Organizzata è letteralmente fuggita) - il "criminale" da arrestare sia un sindaco che ha creato un modello di accoglienza studiato come possibile prototipo, capace di risolvere al contempo il problema di integrazione e di ripopolamento. 

Sembra che ciò accada perché ritenuto colpevole di aver aiutato una donna nigeriana a rimanere in Italia con un matrimonio di facciata e per un affidamento di appalto della nettezza urbana in condizioni emergenziali ed in "assoluta carenza di riscontri estrinseci", come afferma il Gip.

Forse disposizioni meno severe, avrebbero evitato di leggere come monito, una soluzione così pesante, al di là delle buone intenzioni degli inquirenti.

Appare tutto paradossale se si pensa che solo qualche settimana fa o anni fa, all'inizio delle indagini, nessuno è andato in galera per una truffa allo Stato di 49 milioni di euro rateizzati in 76 anni.

La preoccupazione è grande se la prospettiva sarà quella di precipitare nel baratro della paura nei confronti dei forti ('ndrangheta, potere politico, ecc.) e dell'eliminazione delle voci alternative e/o delle opposizioni. 

La storia passata insegna come il lasciar correre, il voltare la faccia dinnanzi alle ingiustizie, il salire sull'Aventino, l'uniformarsi al potere costituito per interessi personali o di gruppo, l'illudersi che un uomo solo possa risolvere i problemi economici e sociali di milioni di italiani, il discriminare per razza, sesso e religione, il considerare i "diversi" come esseri inferiori e pericolosi, ha portato decenni fa, prima all'euforia irrazionale e poi alla guerra più sanguinosa mai vista e ai crimini umani più efferati. 


Fortunatamente nel Paese ci sono voci della società, della cultura,  dell'economia, della politica, della Chiesa, dello Stato capaci ancora di "gridare e di lottare" per proteggerci da nuovi totalitarismi.

Spero che il sonno della ragione (e l'oblio della memoria) non crei nuovi mostri. Ma questo dipende da ognuno di noi.


Pietro Giordano




Condividi Post

Commenti (0)

Lascia un commento