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Forse abbiamo sbagliato qualcosa....

La generazione dei sessantottini, di cui faccio parte, ha grandi responsabilità per aver prodotto generazioni con larghe fasce (non tutte fortunatamente) di giovani e meno giovani che aborriscono lo scegliere.

Sognando, declamando e "lavorando" per un mondo futuro senza problemi, un mondo nel quale avrebbe dovuto regnare unicamente la felicità, un mondo senza dolore, abbiamo creato le premesse per il rifiuto dello scegliere, preferendo subire il decorso degli eventi indotti da scelte altrui, siano essi leader politici o mercati finanziari.

Non a caso Di Maio, commentando la manovra economica, afferma con orgoglio di aver investito sulla felicità degli italiani. D'altra parte, cosa sono se non promesse di felicità, a costo personale illusoriamente pari a zero , fatte dai vincitori delle elezioni, durante e dopo la loro campagna elettorale?

Scegliere comporta il rinunciare a ciò che si è scartato (che può anch'esso essere gratificante); significa rischiare di sbagliare e quindi il rischio di soffrire; può significare anche di dover rinunciare ad un amico per un bene supremo; scegliere comporta il pericolo di versare lacrime o il giocarsi, con una sola decisione, il proprio futuro.

E' il tempo dei contratti di Governo che mettono insieme tutto e il contrario di tutto, in una logica di "chiù pilu pi tutti" come aveva previsto già anni fa Antonio Albanese. Così l'iper-liberismo per il Nord, si unisce paradossalmente all'iper-assistenzialismo statalista per il Sud. L'ossimoro di uno statalismo incurante dei conti pubblici, si lega strettamente a promesse di abbattimento della pressione fiscale. E' il tempo delle promesse ai NO-Tav e ai NO-TAP, accanto alle promesse di "immensi" investimenti strutturali pubblici.
Oggi è il tempo del tutto un po', per non scegliere e quindi non soffrire.

Le stesse istituzioni internazionali - dall'Unione Europea alla Nato, dall'Ocse ai poteri giudiziario e del Presidente della Repubblica - pensate e create per la pace e la sicurezza dei popoli, testate positivamente per decenni, vengono considerate nemiche dagli edonismo imperante, basato sul folle sogno di un mondo futuro senza lavoro, senza fatica, senza dolore, senza scelte.
Potrei continuare all'infinito...

Nemiche perché a giudizio di pochi pusher di false illusioni, minano il castello di sabbia che contiene le fatue promesse di felicità.

Forse abbiamo sbagliato qualcosa....

Pietro Giordano


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