Buonismo e benaltrismo, tra Don Chisciotte e Papa Francesco
Come si può reagire di fronte ad una situazione in cui ogni atto di generosità, di accoglienza è tacciato di buonismo e sbeffeggiato?
Perchè oggi è questa la triste realtà. Se uno prova a dire che l'accoglienza è un dovere, è additato come radical chic, come uno che non capisce i problemi del popolo. E lo stesso capita a chi prova a sostenere qualunque pensiero progressista.
Papa Francesco:
Guardi c'è un episodio della più importante opera letteraria in lingua spagnola. che è il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.
Secondo me è esemplificativo di questa situazione. Glielo racconto in due versioni, quella originale e quella che usano quelli un po' più cattivelli, come me (ride).
In un passaggio del libro, Don Chisciotte e Sancho Panza stanno cavalcando nel buio quando, in lontananza, si sente una muta di cani abbaiare in maniera aggressiva. Sancho, allarmato, si rivolge a don Chisciotte: <<Padrone, i cani abbaiano forte e vogliono attaccarci"; e don Chisciotte serafico risponde: "E' il segno che stiamo cavalcando>>.
Nell'altra versione, quella non originale che a me piace persino di più, alla preoccupazione di Sancho don Chisciotte risponde in maniera ancora più diretta, dicendo semplicemente: <<Sono cani>>.
Non bisogna rispondere né lasciarsi intimidire, perché gli attacchi sono il segnale che si sta facendo la cosa giusta. O meglio, bisogna sì rispondere con i gesti positivi e concreti, con la benevolenza e la solidarietà. A questo bisogna poi affiancare i documenti riflessivi e di approfondimento.
Non bisogna andare allo scontro come le galline del pollaio che si beccano, si attaccano e poi continuano la loro vita normale senza che nulla cambi.
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