PENSIERI E PAROLE


Buonismo e benaltrismo, tra Don Chisciotte e Papa Francesco

Carlo Petrini: (...)
C'è una parola un po' strana in italiano che è "benaltrismo": indica quando per minimizzare un problema si tende a porre l'accento su qualcosa di ancora peggiore di cui ci si dovrebbe sempre occupare prima. E' una scusa per rimandare ogni azione. In Italia soffriamo moltissimo di benaltrismo, sopratutto quando si parla di azioniconcrete per arginare il cambiamento climatico. E a braccetto col benaltrismo vanno le accuse di buonismo che a ogni piè sospinto vengono mosse contro chi provi a indicare una via diversa dalla politica di chiusura e respingimento che sempre più diffusamente vediamo.

Come si può reagire di fronte ad una situazione in cui ogni atto di generosità, di accoglienza è tacciato di buonismo e sbeffeggiato?

Perchè oggi è questa la triste realtà. Se uno prova a dire che l'accoglienza è un dovere, è additato come radical chic, come uno che non capisce i problemi del popolo. E lo stesso capita a chi prova a sostenere qualunque pensiero progressista.


Papa Francesco:

Guardi c'è un episodio della più importante opera letteraria in lingua spagnola. che è il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.

Secondo me è esemplificativo di questa situazione. Glielo racconto in due versioni, quella originale e quella che usano quelli un po' più cattivelli, come me (ride).

In un passaggio del libro, Don Chisciotte e Sancho Panza stanno cavalcando nel buio quando, in lontananza, si sente una muta di cani abbaiare in maniera aggressiva. Sancho, allarmato, si rivolge a don Chisciotte: <<Padrone, i cani abbaiano forte e vogliono attaccarci"; e don Chisciotte serafico risponde: "E' il segno che stiamo cavalcando>>.

Nell'altra versione, quella non originale che a me piace persino di più, alla preoccupazione di Sancho don Chisciotte risponde in maniera ancora più diretta, dicendo semplicemente: <<Sono cani>>.

Non bisogna rispondere né lasciarsi intimidire, perché gli attacchi sono il segnale che si sta facendo la cosa giusta. O meglio, bisogna sì rispondere con i gesti positivi e concreti, con la benevolenza e la solidarietà. A questo bisogna poi affiancare i documenti riflessivi e di approfondimento.

Non bisogna andare allo scontro come le galline del pollaio che si beccano, si attaccano e poi continuano la loro vita normale senza che nulla cambi.

Questo è proprio l'intento di coloro che accendono questo tipo di dibattito.

Tratto dal Libro Terrafutura (ppgg. 50-51)

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