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Terzo Polo, vita grama per liberali e riformisti

La deflagrazione del Terzo polo, induce alcune riflessioni sulla possibilità di realizzazione di un partito punto di riferimento di liberali e riformisti. Molti di noi hanno abbandonato il partito che col Lingotto e Veltroni avevano ritrovato entusiasmo e speranza.
Ci siamo resi conto che questa sinistra (se così si può qualificare...) massimalista, con la caduta delle ideologie sotto il muro e sotto i colpi di kalashnikov delle BR ha progressivamente abbandonato le visioni ideali (giuste o sbagliate che fossero...) coltivando e difendendo "diritti" individuali, creando una visione dI società ideale da realizzare attraverso la sommatoria di diritti individuali, dall'utero in affitto, all'eutanasia....  Per comprendere come si è arrivati sino a qui, vanno anche demitizzati certi luoghi comuni/miti sulle conquiste della vecchia sinistra di origine marxista. Due esempi su tutto: il PCI poche settimane prima del referendum sul divorzio si espresse contro la risoluzione del vincolo matrimoniale, così come fino a poche settimane prima il varo dello Statuto dei lavoratori si dichiarò contro la legge, affermando che essa avrebbe distrutto - tramite le Rappresentanze sindacali aziendali (uno dei cardini della legge 300), l'unità della classe operaia. 
La nostra è una generazione che vive la contraddizione dell'esperienza del '68, io entravo al 1° anno del Liceo, ed il raggiungimento di condizioni di vita dignitose se non agiate in alcuni casi. In fondo spesso si è dei radical chic che vivono lontani dalla povertà, ma ancora legati al sol dell'avvenir. Una generazione che spesso dimentica le valige di cartone di centinaia di migliaia di meridionali, del non affittiamo a meridionali, della guerra infinita del terrorismo rosso e nero, delle stragi di Stato e non, del Nord opulento e del sud lasciato in mano alle mafie, ecc. ecc. 
Sì, ormai anche individualmente abbiamo il terrore di perdere ciò che abbiamo e non vogliamo vedere, da vecchi che abitano case vecchie, ciò che ci accade intorno e che non ha più nulla a che vedere con il secolo scorso. L'Europa e l'Italia con essa, non è più l'ombelico del mondo. I destini economici, sociali e politici del pianeta non si giocano più nel vecchio continente. E' cambiato tutto intorno a noi ma continuiamo a leggere ciò che accade con le categorie del secolo scorso. Milioni di persone sono uscite dalla povertà grazie alla globalizzazione, ma la nostra generazione si riempie la bocca di nazionalismi e patriottismi.
Ci siamo avvitati sui diritti(?) individuali e con essi abbiamo creato le condizioni per un populismo individualista massificato, portatore di odio e di rancore, sentimenti che esplodono quando i diritti individuali desiderati non sono soddisfatti. Ciò purtroppo avviene sia nella vita di ogni giorno, nei rapporti interpersonali, come nella vita sociale informatizzata e non. 
Il consenso lo raccoglie chi insulta più efficacemente, chi distrugge l'altro anche se lo fa tramite non verità, chi si fa megafono delle istanze individuali senza curarsi se esse sono assurde o meno, chi è vincente non importa se arriva ad esserlo calpestando gli altri, anzi ciò viene considerato un merito, ecc.
Vita grama per i liberali e i riformisti. Ieri guardavo la foto della scuola di formazione politica della Rosa Bianca dell'83 (io c'ero), e pensavo che proprio l'assenza di maestri come Ruffilli, Ardigò, ecc. 8immortalati in quella foto), unitamente all'assenza di momenti di formazione per giovani e diversamente giovani, sono realtà che mancano e che hanno bisogno di essere favorite e realizzate. Solo la creazione di una cultura capace di realizzare la visione di un futuro possibile fondato su valori come solidarietà, responsabilità, gestione popolare dei beni comuni, realizzazione di forma di lavoro rispettosa della dimensione familiare e sociale dei dipendenti, partecipazione dei dipendenti alla gestione del capitale, sviluppo di fonti energetiche alternative compreso il nucleare di ultima generazione, di alternanza tra periodi di lavoro e periodi sabbatici, anche all'interno dell'arco temporale mensile, sviluppo e potenziamento della sussidiarietà sociale, ecc. ecc. 

Un solo rammarico, anch'io sono un vecchio che abita case vecchie e rimugino idee vecchie (cit. Alfred Sauvy) e non ho più l'energia di un tempo, per ribaltare questa triste situazione. Spero tanto lo facciano i miei nipoti e i nipoti di tanti "rivoluzionari" della mia generazione. 

Pietro Giordano

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